Sigarette mai spente… Il punto dopo Udinese-Lecce

Il Lecce torna sconfitto anche da Udine e rimane ancorato a 5 punti in classifica, andando così alla seconda sosta stagionale con 4 sconfitte totali in 7 gare, ma soprattutto con uno score di 0 gol segnati fuori casa su 4 uscite lontano dal Via del Mare. Un dato che certifica senza dubbio le difficoltà offensive di Krstović e compagni, ma soprattutto le difficoltà generali di questa squadra, più di quanto non abbiano detto sin qui i gol subiti, al netto di un calendario iniziale comunque oggettivamente complicato.

Una partita dove i giallorossi hanno ben approcciato nel primo tempo, dimostrando piglio e buon giro palla, ma che al solito non si è tradotto in finalizzazione. Si contano 3 situazioni potenzialmente pericolose ed un solo tiro (di Gallo al 44°) degno di nota. Di contro l’Udinese, in maniera più essenziale ha colpito due legni e sbagliato un gol da pochi metri.

Nella ripresa la squadra di Gotti è apparsa da subito più timida nella proposizione di gioco, patendo forse alla lunga la fisicità dell’undici friulano, ma di fatto sembrava un match indirizzato sullo 0-0, poiché Falcone non era in particolare apprensione nonostante un baricentro della sua squadra colpevolmente abbassato. Poi però è arrivato l’episodio che ha portato in dote ai padroni di casa i 3 punti: fallo sciocco di Ramadani al limite dell’area dopo un improbabile tentativo di disimpegno in palleggio (partita pessima del centrocampista albanese) e conseguente pennellata di Zemura da calcio piazzato dove nulla ha potuto fare Falcone (tanto per cambiare abbiamo l’eroe di giornata per la prima volta in Serie A, sempre contro di noi…!)

E lì purtroppo è finita la partita… sì, perché nonostante mancassero venti minuti abbondanti alla fine, il Lecce non è riuscito a reagire di una virgola, nemmeno un cross decente che mettesse la minima ansia al portiere avversario. Ed è questo forse il messaggio peggiore fornito dalla prestazione: ancora una volta una squadra incapace di reagire allo svantaggio subito. In qualsiasi maniera.

Mancanza di carattere dunque, probabilmente poco infusa dall’allenatore (sempre troppo “filosofico” a bordo campo), ma anche forse colpa di qualche cambio sbagliato. Ad esempio non si capisce perché a Rafia abbia lasciato il campo Pierret (tra i migliori) e non Ramadani (fin da subito nel secondo tempo apparso in difficoltà), oppure il perché di Morente e Oudin e non un Hasa o un Sansone, certamente più “ficcanti”. Una lettura della partita in corso che non convince, come anche qualche mossa tattica iniziale, ad esempio Dorgu a destra e Rebic troppo defilato a sinistra.

A questo punto nuovamente “santa” pausa per le Nazionali, dove per il mister ci sarà molto da riflettere e da lavorare in vista della Fiorentina (e se possibile recuperare al meglio qualche elemento, su tutti Banda), gara dove sarà “obbligatorio” tornare a fare punti se non si vuol già entrare in un tunnel pericoloso per una serie di fattori, checché ne dicano le ancora pochissime giornate di campionato disputate.

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