Davanti ad un arbitraggio del genere si fa fatica a parlare di calcio, inteso come aspetti tecnico-tattici che possono o meno dare una lettura alla partita. Anche perché indipendentemente dal risultato del match stesso che possono condizionare o meno, sono situazioni che lasciano degli strascichi successivi fastidiosi e soprattutto fanno quasi passare la voglia di seguire visto che si fa fatica a considerarli errori in buona fede per quanto sono clamorosi e soprattutto “gratuiti”.
Premesso che il Milan ha surclassato il Lecce con le sue folate annunciate da Gotti nel pre, e capitalizzato al massimo le occasioni da gol (portandosi sul 2-0 nella prima mezz’ora di gara) contrariamente ai giallorossi (come al solito) due volte con Gonzalez, che potevano far raccontare un’altra storia, l’arbitro, senza nessun bisogno nemmeno della “parte forte”, ha inopinatamente deciso di far durare la partita mezzo tempo. Sì perché a mio avviso l’espulsione di Krstović, pur essendo un intervento a gamba tesa che colpisce al fianco l’avversario (o al braccio) , non sta né in cielo né in terra perché il montenegrino non si accorge dell’arrivo del milanista in quanto girato verso il pallone e con la gamba in tensione per prepararsi allo stop dello stesso vista la traiettoria a campanile.
Nella ripresa, malgrado tutto, Blin e compagni hanno fatto di tutto per rendere ancor più dignitosa la gara fino alla fine (peraltro anche riuscendoci), ma non contento il sig. Massimi di Termoli (e tutta la squadra arbitrale) ne ha combinata un’altra, non solo non concedendo il rigore (netto) su Almqvist, ma non fermando nemmeno il gioco sul successivo contropiede del Milan che ha portato al 3-0 di Leao. L’ala giallorossa infatti, da terra, ha subìto anche una ginocchiata in testa da Theo Hernandez dopo la spinta. E qui il regolamento non può essere interpretato a piacimento. Oltre al danno la beffa praticamente… Il tutto condito dall’eccitazione dei cronisti di Dazn per la giocata “fenomenale” del portoghese con Baschirotto e compagni praticamente fermi. Il circo praticamente…
Onestamente a livello personale della gara di San Siro in sé mi importa poco, è la classifica giornata dove si mette in preventivo di non fare punti; il fastidio è perlopiù orientato in ottica della prossima sfida, dove in uno scontro diretto fondamentale per la salvezza saremo costretti a fare a meno del nostro attaccante titolare (ed anche più in forma del reparto) per il solito protagonismo arbitrale.
Tant’è… speriamo che la rabbia di quest’ingiustizia, a prescindere dal risultato, i ragazzi la conservino per sabato contro l’Empoli. Ed oltre al furore agonistico si spera tirino fuori un po’ di cinismo perché la percentuale (non)realizzativa in rapporto alle occasioni sotto porta create sta diventando preoccupante.