Il Lecce torna sconfitto anche da Genova e mette così a referto la terza sconfitta consecutiva, la sesta in trasferta, la nona complessiva, rimanendo ancorato a 21 punti in classifica. Un Lecce che ancora una volta, così come accaduto a Bergamo e a Roma con la Lazio (per citare le ultime uscite lontano dal Via del Mare) si fa preferire nella prima frazione nell’impostazione del gioco e delle occasioni, per non dire che domina letteralmente l’avversario, salvo poi calare vistosamente dopo 10/15 minuti del secondo tempo e vanificare il tutto. Possiamo dire senza timore di essere smentiti che se il primo tempo di ieri al “Ferraris” fosse finito 0-3 nessun avrebbe potuto dire nulla. Anche nel secondo tempo, nonostante le avvisaglie di risveglio immediate da parte del Genoa, i giallorossi hanno avuto un’occasione clamorosa con Sansone per chiudere la partita. Poi però come abbiamo già visto altre volte, compresa l’ultima in casa con la Juventus, si è spenta la luce. E questa cosa non lo voglio sottolineare per retorica ma per evidenza maggiore del problema. Il problema, molto semplicemente, è che la squadra di D’Aversa 2/3 gol (come meriterebbe nei primi tempi) non li fa e probabilmente non li farà mai, mentre agli avversari di turno basta mettere il naso in area un paio di volte, che capitalizzano al massimo, ribaltano il match, o comunque riescono a portarla a casa con il minimo sforzo nel caso riescano a segnare per primi (come appunto accaduto con l’Atalanta o all’Olimpico). Sembra piuttosto banale, ma è la dura realtà. Dunque c’è sicuramente un problema di concretezza in zona gol, lo abbiamo detto altre volte, ma anche a questo punto di tenuta psico-fisica alle prime sortite altrui e anche di concetti generali difensivi da parte di Baschirotto e company. Se è vero come è vero che impensabile, pur creando i presupposti, segnare tre gol a tutti nel primo tempo, non è possibile “uscire” dal campo sistematicamente al 60/65° e soprattutto prendere gol alla prima azione pericolosa degli avversari. Siamo in Serie A, siamo una squadra che lotta per la salvezza e bisogna saper lottare e soffrire, quindi mettere in conto di subire l’offensiva avversaria, ma comunque resistere in maniera ordinata. Dunque da questo punto di vista appare evidente che da parte del mister va fatto un lavoro diverso sia nella preparazione dello spartito della gara, che soprattutto nella lettura dei cambi, fermo restando che servono assolutamente dei rinforzi a centrocampo e in difesa. Almeno una mezz’ala d’inserimento e un centrale. Alla tifoseria (soprattutto sui social, che ahinoi i giocatori e gli addetti ai lavori vedono), invece, il compito di non spingere in acqua la nave che affonda, perché anche per demerito altrui (un po’ come accaduto l’anno scorso) il Lecce è comunque ancora ampiamente a galla in classifica. Da questo punto di vista basti pensare al fatto che malgrado 1 solo punto conquistato nelle ultime 6 giornate i giallorossi si sono visti rosicchiare soltanto 3 punti di vantaggio sulla zona rossa e, tranne il Frosinone, sono rimaste lo stesso numero di squadre a fare da “cuscinetto” tra noi e la striscia retrocessione. Altrove quindi non se la passano meglio… Per cui, varrebbe ancora la pena mantenere equilibrio e lucidità, attendere fiduciosi i rinforzi dal mercato che certamente arriveranno e cercare di spingere la squadra verso la vittoria con la Fiorentina. Questo perché si può fare ed è l’unica cosa utile alla causa, il tempo e il modo di dare la sterzata giusta e decisiva c’è.
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Sigarette mai spente… il punto dopo Genoa-Lecce
Il Lecce torna sconfitto anche da Genova e mette così a referto la terza sconfitta consecutiva, la sesta in trasferta, la nona complessiva, rimanendo ancorato a 21 punti in classifica.
Un Lecce che ancora una volta, così come accaduto a Bergamo e a Roma con la Lazio (per citare le ultime uscite lontano dal Via del Mare) si fa preferire nella prima frazione nell’impostazione del gioco e delle occasioni, per non dire che domina letteralmente l’avversario, salvo poi calare vistosamente dopo 10/15 minuti del secondo tempo e vanificare il tutto.
Possiamo dire senza timore di essere smentiti che se il primo tempo di ieri al “Ferraris” fosse finito 0-3 nessun avrebbe potuto dire nulla. Anche nel secondo tempo, nonostante le avvisaglie di risveglio immediate da parte del Genoa, i giallorossi hanno avuto un’occasione clamorosa con Sansone per chiudere la partita. Poi però come abbiamo già visto altre volte, compresa l’ultima in casa con la Juventus, si è spenta la luce. E questa cosa non lo voglio sottolineare per retorica ma per evidenza maggiore del problema.
Il problema, molto semplicemente, è che la squadra di D’Aversa 2/3 gol (come meriterebbe nei primi tempi) non li fa e probabilmente non li farà mai, mentre agli avversari di turno basta mettere il naso in area un paio di volte, che capitalizzano al massimo, ribaltano il match, o comunque riescono a portarla a casa con il minimo sforzo nel caso riescano a segnare per primi (come appunto accaduto con l’Atalanta o all’Olimpico). Sembra piuttosto banale, ma è la dura realtà. Dunque c’è sicuramente un problema di concretezza in zona gol, lo abbiamo detto altre volte, ma anche a questo punto di tenuta psico-fisica alle prime sortite altrui e anche di concetti generali difensivi da parte di Baschirotto e company. Se è vero come è vero che impensabile, pur creando i presupposti, segnare tre gol a tutti nel primo tempo, non è possibile “uscire” dal campo sistematicamente al 60/65° e soprattutto prendere gol alla prima azione pericolosa degli avversari. Siamo in Serie A, siamo una squadra che lotta per la salvezza e bisogna saper lottare e soffrire, quindi mettere in conto di subire l’offensiva avversaria, ma comunque resistere in maniera ordinata. Dunque da questo punto di vista appare evidente che da parte del mister va fatto un lavoro diverso sia nella preparazione dello spartito della gara, che soprattutto nella lettura dei cambi, fermo restando che servono assolutamente dei rinforzi a centrocampo e in difesa. Almeno una mezz’ala d’inserimento e un centrale.
Alla tifoseria (soprattutto sui social, che ahinoi i giocatori e gli addetti ai lavori vedono), invece, il compito di non spingere in acqua la nave che affonda, perché anche per demerito altrui (un po’ come accaduto l’anno scorso) il Lecce è comunque ancora ampiamente a galla in classifica.
Da questo punto di vista basti pensare al fatto che malgrado 1 solo punto conquistato nelle ultime 6 giornate i giallorossi si sono visti rosicchiare soltanto 3 punti di vantaggio sulla zona rossa e, tranne il Frosinone, sono rimaste lo stesso numero di squadre a fare da “cuscinetto” tra noi e la striscia retrocessione. Altrove quindi non se la passano meglio…
Per cui, varrebbe ancora la pena mantenere equilibrio e lucidità, attendere fiduciosi i rinforzi dal mercato che certamente arriveranno e cercare di spingere la squadra verso la vittoria con la Fiorentina. Questo perché si può fare ed è l’unica cosa utile alla causa, il tempo e il modo di dare la sterzata giusta e decisiva c’è.
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