Il Lecce torna a muovere la classifica dopo tre sconfitte consecutive e soprattutto torna a registrare un risultato positivo in trasferta dopo praticamente tre mesi (l’ultima volta fu a Empoli alla 15^ giornata l’11 dicembre, ndr) e di fatto conferma, almeno in termini di punti, un buon bilancio negli scontri diretti. Pur non attraversando un periodo top.
E’ stata infatti una partita molto complicata per gli uomini di D’Aversa, dove da salvare obiettivamente è solo il risultato, arrivato anche con un po’ di buona sorte, quanto meno per il discorso del rigore fatto ripetere e poi trasformato da Krstovic grazie al rimpallo sulla schiena del portiere e per 3/4 occasioni clamorose dei padroni di casa, con tanto di traversa/gol annullato e arrembaggio finale con innumerevoli corner nei minuti di recupero.
Bisogna anche dire però che nel primo tempo c’è stato equilibrio e l’occasione migliore a metà tempo l’hanno avuta i giallorossi e che sull’1-1 c’è stata un’occasione clamorosa con Piccoli che poteva addirittura completare una rimonta.
Il pareggio allo “Stirpe”, in generale, è un ottimo risultato (la squadra di Di Francesco ha fatto 21 punti su 24 in casa!), a maggior ragione per come si sono sviluppati gli episodi, tuttavia resta un po’ di insoddisfazione e paura e ansia per via dei risultati di Verona e Cagliari che accorciano le distanze e creano più bagarre.
Da un punto di vista della prestazione certamente non possiamo trarre troppi segnali positivi da questa gara, ma arrivati a questo punto della stagione e con i prossimi altri due match all’orizzonte prima della sosta pre-pasquale, siamo “obbligati” a dare fiducia a questi ragazzi, nonostante tutto. Certamente Baschirotto e compagni devono dare qualcosa in più dal punto di vista atletico e della grinta, ma evitiamo facili polemiche pensando che non arriverà risultato pieno domenica prossima contro il Verona o a Salerno soltanto perché ieri siamo stati in difficoltà ieri pomeriggio, perché saremmo completamente fuori strada dato che ogni giornata è storia sè (per via anche degli avversari) ed anche perché sarebbe oltremodo autolesionistico visto che il “blocco” della squadra se c’è sembrerebbe essere più mentale che fisico.