L’importanza di chiamarsi Pantaleo

C’è poco da fare, ragazzi, con buona pace dei detrattori: Pantaleo Corvino è un numero uno. Ve ne dovete fare una ragione. I fatti parlano chiaro e sono tutti dalla sua parte: da quando è tornato si è solo vinto, la Primavera ha conquistato lo scudetto, lo scorso anno ci siamo salvati in ciabatte e abbiamo apprezzato con la nostra maglia CAMPIONI del calibro di Umtiti e Pongracic, calciatori che anni fa sarebbero venuti (forse) dalle nostre parti solo per qualche giorno di vacanza. Sapete perché tutto questo è stato possibile? Perché la reputazione del club di Via Costadura è cresciuta nel tempo, acquisendo credibilità, diventando seriamente spendibile e appetibile grazie alla propria politica. Ed ecco ora un regalo per tutti coloro che amano la maglia giallorossa: Ante Rebic. Un calciatore di grande spessore tecnico e con una incontrovertibile esperienza internazionale. Classe 1993, quindi non provate a chiamarlo “vecchio”, Rebic arriva alla corte di Luca Gotti per innalzare il tasso tecnico delle giocate negli ultimi sedici metri. Occhi lucidi per la felicità per il tecnico friulano che raramente concede spazio alle emozioni, e grandissima emozione per tutti noi che adesso non vediamo l’ora di vedere Ante in campo. Tornando sul focus di questo editoriale, ovvero Corvino, non dimentichiamo le plusvalenze di Hjulmand, Pongracic e Gendrey (tre nomi a caso, i primi che ci sono venuti). Si, direte, ma ci sono anche le scommesse perse (Brancolini, Smajlovic..) ma capirete se per noi sul piatto della bilancia pesano veramente poco. E poi, in qualche modo questi aspetti negativi ci consolano perché ci fanno capire che Pantaleo è umano. Stavamo iniziando a nutrire dei dubbi a riguardo….

NEWS RECENTI

Riecco Dorgu: ecco come cambia il Lecce con lui in campo

È il momento di Oudin?