L’evoluzione del tifoso pessimista

Abbiamo appreso con (nemmeno tanta) sorpresa dell’evoluzione, un po’ come i personaggi di Dragon Ball cari alla nostra infanzia, del tifoso pessimista giallorosso. L’evoluzione ha portato alla generazione di sentenze tecniche dopo soli 180 minuti di campionato. Campanelli di allarme, giocatori bocciati, rimpianto per chi è andato via (criticato sino all’ultimo istante della sua esperienza in maglia giallorossa). Ebbene sì, per taluni tifosi il Lecce è già in Serie B, con buona pace di chi vorrebbe aspettare almeno altri quattro o cinque turni prima di farsi un’idea più chiara.

No, per loro che da quattro anni prevedono retrocessioni a profusione é arrivato il momento della sublimazione, della catarsi, della metamorfosi definitiva, della svolta genetica. Pazienza poi se i risultati sportivi non sono coerenti con il de profundis, perché c’è l’asso nella manica da poter tirare fuori: “Questo Lecce non ci diverte“. La colpa ovviamente è di Corvino e della sua incapacità di spendere sul mercato (ignorando il più basico principio economico-aziendale che vede la proprietà l’unica responsabile nello stanziamento del budget). Poco importa se ha messo sotto contatto uno degli allenatori che fa del gioco offensivo il suo credo perché “è sempre retrocesso“. E allora si guarda ai Samek di turno per ignorare la trave nell’occhio dei vari Dorgu, Krstovic, Pongracic, Strefezza, Gendrey, Hjulmand (dobbiamo continuare?). Si, perché è meglio dare delle basi solide alle proprie convinzioni negative, perché concentrarsi sulla realtà dei fatti? Perché evidenziare che siamo in Serie A per il quarto anno di fila? Meglio anticipare i tempi (speriamo di no) per poter dire in caso di retrocessione il più classico dei “ve lo avevo detto”.

Una menzione a parte poi merita il mercato, un capolavoro dialettico: Sottil? È finito, se era buenu a nui lu dianu? Siebert? Autu a buecchiu. Stulic? Nun mbale. E poi una rispolverata ai classici “si può fare la Serie A con i vari Morente e Pierret? In realtà si, visto che hanno contribuito alla salvezza nella passata stagione, ma sono dettagli per chi ne sa più di chi ha 50 anni di carriera nel Calcio.

Non osiamo immaginare ora se al rientro dalla pausa per gli impegni delle nazionali dovesse arrivare una sconfitta in casa dell’Atalanta: cortei funebri per le vie della città o dei ridenti borghi ad essa limitrofi, invasione di cavallette e fiumi di sangue, cilicio a profusione al grido di “Pentitevi, oh peccatori”. Prima di chiudere una precisazione che quasi ci vergogniamo a fare, ma che lo stato attuale delle cose rende praticamente necessaria e obbligatoria: nessuno dice che non si possa criticare l’operato del club giallorosso, la storia de illeccese.com è ricca di critiche anche feroci, ma sempre nel rispetto dei ruoli.

Quando il buon Pantaleo è rientrato nel Salento siamo stati gli unici a voler ospitare il pensiero di Pinuccio Milli, fortemente contrario al nuovo matrimonio con il dirigente di Vernole. I suoi video sono ancora sulla nostra pagina Facebook, pronti per essere visti e rivisti a vostro piacimento. Nessuna censura. Questo per rendervi chiaro il concetto che avete fiducia nel lavoro del sodalizio giallorosso non vuol dire necessariamente essere asserviti o al soldo di qualcuno. Non godiamo di nessun privilegio, nemmeno uno. Siamo liberi e fieri.

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