L’arte di giudicare senza conoscere i fatti

In queste ore si sta realizzando un vero e proprio tam tam mediatico in merito all’esclusione di Gabriel Strefezza dal match di ieri con la Juventus in luogo dell’esordio di uno svagato Pierotti. Tanti i commenti contro il mister, “reo” di aver trattato male il capitano, di averlo messo in disparte e fuori dal progetto tecnico dei giallorossi. Critiche anche per Corvino, verso il quale, più o meno, vengono mosse più o meno le stesse critiche.

Premesso che, al netto di tutto, anche noi ieri avremmo schierato Strefezza nella ripresa per provare a dare la scossa, ci sentiamo però di fornire uno spunto di riflessione che forse è sfuggito ai più: innanzitutto quando c’è un calciatore in odore di partenza si tende a non schierarlo per due motivi, il primo è legato ovviamente alla sua incolumità fisica che potrebbe comprometterne la valutazione economica, la seconda riguardante le motivazioni e gli stimoli; giocare sapendo di dover cambiare aria non è facile, per niente.

Possiamo essere d’accordo sulla gestione della comunicazione club a riguardo: sarebbe bastato celare la sua indisponibilità adducendo un provvidenziale stato influenzale o, non sia mai, dire semplicemente la verità, cosa che nel Calcio è quasi utopia. Detto questo, chi vi dice che il calciatore non abbia sposato tale scelta societaria?

La missione di chi, come noi, scrive con costanza della propria squadra del cuore è di offrire degli spunti di riflessione. L’alternativa è il piattume cosmico condito con un pizzico di qualunquismo.

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