Il paradosso del fuoco amico

Nelle ultime 48 ore stiamo assistendo a qualcosa che probabilmente ha pochi precedenti nel mondo del calcio del nostro Paese: prima il Presidente Sticchi Damiani e poi il Direttore Tecnico Pantaleo Corvino hanno affidato ai media una difesa d’ufficio contro il fuoco amico montato ad inizio stagione e divenuto nel tempo vero e proprio odio con tanto di macabri auguri di morte e di grotteschi richiami al tristemente famoso minuto di silenzio dedicato al dt vernolese. La misura, francamente è colma.

Al netto degli errori che un professionista possa aver commesso nel corso della sua gestione, arrivare a tale livello di livore è inaccettabile. Il Lecce è in linea con il percorso salvezza, ma se dovessimo dare ascolto al partito dell’odio sembrerebbe che i giallorossi siano già in Serie B matematicamente.

L’odio che ci viene segnalato tramite screenshot su fantomatiche e anonime pagine Facebook lascia perplessi circa la complicità messa in atto dagli amministratori che bloccano chi legittimamente la pensa diversamente da loro ma che “non vedono” chi invece augura la morte. Male davvero, e qui non è in discussione il livello di scolarizzazione, ma quello umano, del vivere civile.

Strano che poi, smessi i panni anonimi, le stesse persone invitate in trasmissioni pubbliche cambino atteggiamento diventando agnellini pacifisti,dimostrando che è facile fare i duri quando non ci si mette la faccia.

Ribadiamo la nostra posizione: è legittimo avere un’idea di calcio diversa da quella di Corvino, ma i concetti vanno espressi nel massimo rispetto della persona, perché è giusto che così, almeno per chi vuole vivere in democrazia.

La nostra testata dà voce con continuità al pensiero di chi non è allineato al progetto tecnico giallorosso, vi basta seguire Frequenze Giallorosse e Tutti in Conferenza per sapere di cosa parliamo. Tutto però avviene nel massimo rispetto delle regole della civiltà.

Chi paga abbonamento e biglietto ha il diritto di criticare, è sacrosanto: l’offesa personale però è un altro discorso. È inciviltà, è odio, è violenza. Mancano poche giornate alla fine del campionato, l’invito è sempre lo stesso: lasciamo tranquilli squadra, dirigenza e proprietà. A fine stagione tireremo tutti le somme. Questo clima di odio non fa bene a nessuno e rischia di sabotare noi favorendo così le concorrenti per la salvezza.

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