Cinque minuti di follia: è una questione di testa?

Orama è assodato: questo inizio campionato ci ha consegnato un Lecce che nel corso delle partite si lascia andare a dei pericolosi blackout che lasciano campo libero ai suoi avversari. In Serie A nessuno ti perdona, come dimostrato da Atalanta, Inter e Parma. Il Lecce, per dirla tutta, lo stesso problema lo aveva manifestato anche col Cagliari, lì però ci ha pensato Falcone a contenere la crisi.

L’unico match dove i giallorossi sono stati sempre in controllo a nostro avviso è stato quello di Torino. Ieri abbiamo assistito allo stesso copione: un buon Lecce (non ottimo) per 38 minuti, poi buio al San Siro e show dei rossoneri in cinque minuti. Peccato perché il Milan sino a quel momento non aveva impressionato, anzi: sembrava una squadra lenta e compassata, senza idee. Meglio il Lecce, dunque, per 38 minuti: i salentini hanno costruito gioco andando al tiro diverse volte senza però mai realmente infastidire Maignan.

Che succede quindi a Baschirotto e compagni? Perché si spegne la luce durante le partite? È un problema tecnico? È un problema di testa? E se fosse così in che modo Gotti può mettere mano per provare a risolvere il problema? Di sicuro la partita di ieri ci ha consegnato un dato poco confortante: in assenza di Guilbert il tecnico friulano ha preferito sacrificare Dorgu fuori ruolo sulla destra invece di ricorrere a chi è stato comprato per giocare da terzino al posto dell’ex Strasburgo. Nemmeno Baschirotto ha potuto ricoprire quel ruolo perché probabilmente nemmeno le alternative per il centro della difesa danno particolari e significative garanzie. Il Lecce ha quindi 15 o 16 titolari, e non ha una valida e credibile alternativa a Krstovic. Manca una punta che attacchi lo spazio, che aggredisca il primo palo sui cross, nemmeno il numero 9 giallorosso le ha. Nikola è più manovriero, arretra per prendere palla e per far salire la squadra giocando spesso spalle alla porta.

Nel mercato di riparazione si dovrà mettere mano alla rosa, per offrire al pacato Gotti delle valide alternative al fine di evitare alla sua squadra di essere leggibile e prevedibile.

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