Il Lecce perde ancora, ma questa volta lo fa con dignità, di misura, al termine di una gara giocata con compattezza tattica e dinamismo al cospetto di un Napoli non irresistibile a livello di trame di gioco, ma concreto. Ovviamente non sono mancati i soliti errori clamorosi, soprattutto in fase offensiva, dove i giallorossi sì costruiscono, ma non segnano praticamente mai (dato del peggior attacco d’Europa confermato, ndr). Ed obiettivamente così è difficile… Perché facendo gol banalmente qualche punto può arrivare, mentre se non segni al meglio puoi fare 0-0; il problema però è che questa squadra alla fine il gol lo prende… Perciò sta diventando anche difficile commentare: sono 6 le sconfitte in 8 partite, 3 soli i gol fatti e 19 quelli subiti. 5 punti in classifica e penultimo posto che potrebbe diventare ultimo nel caso in cui il Venezia faccia punti a Monza.
È chiaro che dopo la figuraccia storica con la Fiorentina, in casa del Napoli capolista, nessuno si aspettava un risultato positivo, focalizzando il pensiero perlopiù sulla prestazione e sull’atteggiamento, però obiettivamente gli azzurri non davano la sensazione di essere imbattibili. Soprattutto negli ultimi 10 minuti, davano quasi l’impressione di aver “paura” di vincere. Forse qualunque altra squadra sarebbe riuscita a pareggiare…
Lato formazione secondo me ha dato i suoi “frutti” la panchinarità di Rebic, quantomeno si è vista una squadra dinamica e soprattutto “legata”. Ancora una volta però non mi hanno convinto le sostituzioni. Tant’è che dopo averli fatti si è preso il gol, e non è un caso. Perché Pierret per Rafia e non per Coulibaly, e perché Sansone per Banda e non Pierotti? Non lo sapremo mai…
Toltoci questo altro “dente”, martedì arriva una partita decisiva, che non si può assolutamente sbagliare e per la quale è giusto che si decida il futuro di Gotti, ironia della sorte proprio contro il Verona, squadra “boia” per D’Aversa lo scorso anno. Non segnare e non raccogliere punti contro l’Hellas, anch’essa reduce da un risultato tennistico non potrebbe non portare a scelte drastiche. Siamo appena ad un quarto del campionato e non si può rimanere in questo torpore. La squadra come volevasi dimostrare non è quella vista con la Fiorentina e in Serie A ci può stare alla grande, ma vanno trovate quanto prima le giuste soluzioni per concretizzare e di conseguenza trovare i risultati.
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È chiaro che dopo la figuraccia storica con la Fiorentina, in casa del Napoli capolista, nessuno si aspettava un risultato positivo, focalizzando il pensiero perlopiù sulla prestazione e sull’atteggiamento, però obiettivamente gli azzurri non davano la sensazione di essere imbattibili. Soprattutto negli ultimi 10 minuti, davano quasi l’impressione di aver “paura” di vincere. Forse qualunque altra squadra sarebbe riuscita a pareggiare…
Lato formazione secondo me ha dato i suoi “frutti” la panchinarità di Rebic, quantomeno si è vista una squadra dinamica e soprattutto “legata”. Ancora una volta però non mi hanno convinto le sostituzioni. Tant’è che dopo averli fatti si è preso il gol, e non è un caso. Perché Pierret per Rafia e non per Coulibaly, e perché Sansone per Banda e non Pierotti? Non lo sapremo mai…
Toltoci questo altro “dente”, martedì arriva una partita decisiva, che non si può assolutamente sbagliare e per la quale è giusto che si decida il futuro di Gotti, ironia della sorte proprio contro il Verona, squadra “boia” per D’Aversa lo scorso anno. Non segnare e non raccogliere punti contro l’Hellas, anch’essa reduce da un risultato tennistico non potrebbe non portare a scelte drastiche. Siamo appena ad un quarto del campionato e non si può rimanere in questo torpore. La squadra come volevasi dimostrare non è quella vista con la Fiorentina e in Serie A ci può stare alla grande, ma vanno trovate quanto prima le giuste soluzioni per concretizzare e di conseguenza trovare i risultati.
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